venerdì 27 agosto 2010

Invidia del trapano

Capita di dover appendere una mensola.
Mi serve un trapano e un avvitatore, ma anche un cacciavite va bene, e una livella.
Il fatto e' che  io ho una ottima attrezzatura per il  fai-date, di cui sono molto orgoglioso, e che comprende tra l'altro gli attrezzi in questione, solo che  e'  a casa e portarla avanti e indietro a lavoro e' una notevole scocciatura.
Quindi non rimane che chiedere ai colleghi.

Apro la scatola, e' un trapano a batteria. Bellissimo. Mi spiega velocemente come funziona: variatore di velocità, percussione,  micro percussioni per avvitare anche nei materiali più duri. Ebbene si fa anche da avvitatore.
Faccio il lavoro in un battibaleno contemplando con ammirazione questo nuovo oggetto del desiderio.

Torno a casa con un po' di tristezza nel cuore, colpito da una forma fulminante di invidia del trapano.

giovedì 26 agosto 2010

Piccole artiste

Alla partenza  la dotazione standard del maritopadrelavoratore consiste in
valigia, zaino, borsa e una serie di disegni che la piccola amorosamente regala al papà per abbellire il suo studio.
"Papà ma qui e' tutto grigio".
Effettivamente l'arredatore di interni che ha progettato l'istituto non doveva essere particolarmente fantasioso. Le porte sono grigie, gli armadi sono grigi, i tavoli sono grigi, i termosifoni sono grigi, i computer sono grigi, le stampanti sono grigie, le sedie....blu (o rosse per i più fortunati), e adesso  che ci penso anche le lampade sono grigie.
Mi aggiro per questa enclosure monocromatica dalle 8 alle 12 ore e quindi ben vengano i colpi di colore degli acquerelli o le inclusioni  di "materiali" vari.

La mia e' una  piccola artista a tutto tondo. Merito delle maestre che entusiaste (talvolta anche troppo) coltivano la sua vocazione artistica e le insegnano a usare qualunque cosa per fare arte, dai ritagli di giornale ai pezzi di polistirolo. Il fatto e' che poi torna a casa.
"Papà ho bisogno di materiali: se hai dei materiali portameli ho già chiesto alla mamma ma non ne aveva".
Regola numero uno quando si ha una figlia artista: spostare tutto ciò che può apparire "materiale" nei ripiani alti delle librerie e farlo in fretta.

Rovisto nel magazzino delle cose da buttare in Istituto. E' pieno di "materiali". Ne raccolgo un po'.
La prossima settimana li ritroverò appesi alla parete dietro la scrivania con grande invidia dei colleghi.

sabato 21 agosto 2010

Ritorno a casa

Dopo una lunga settimana, una lunga giornata di lavoro e un non meno lungo viaggio torno a casa.
Apro la porta. Ho lo zaino in spalla, una valigia in una mano, la spesa nell'altra, le chiavi della macchina che penzolano mezze fuori e mezze dentro da una tasca,  la borsa a tracolla disfatta per trovare le chiavi di casa.
Eccomi, sono io di ritorno da una settimana di lavoro e spero di trovare una calorosa accoglienza, non dico salti di gioia ma almeno un po' di considerazione per questo padremaritoparttime-lavoratore. Tutto tace, moglie e figlia stanno trappolezzando in camera da letto. Chiamo, mi risponde un doppio saluto distratto.
Ok, poso le valige,  le disferò dopo,  vado a vedere e trovo le mie artiste a dipingere sul pavimento un dipinto astratto degno di Rothko.
La piccola si volta e dice: "E' per te Papu". La grade guarda l'opera soddisfatta (e anche la mia faccia che mostra evidenti segni di sdilinquimento paterno) e mi dice: "A proposito, sai quel blog che hai aperto? Non vorrai prederci tempo anche nei Week-end, ne passiamo cosi poco assieme"
Vado a disfare i bagagli conscio di essere un padremaritoparttime-lavoratore e bloggerdeigiorniferiali.

giovedì 19 agosto 2010

Si viaggiare

Vivo in una città  e lavoro in un'altra. Distanza stimata casa-ufficio 315 Km, stimata da google maps ovviamente. Partenza lunedì mattina dopo aver lanciato la bambina grande a scuola e ritorno il venerdì pomeriggio  (giovedì sera quando va bene) giusto in tempo per portare la bambina grande a violino.
Il problema e' come andare in ufficio (e tornare ovviamente). Non e' che le città siano ben collegate, per capirci non stiamo parlando di Bologna e Milano ma della "periferia dell'impero" quella ancora connessa con treni regionali che viaggiano a 80 km orari e ovviamente tocca cambiare treno a metà strada, comunque le mie  possibilità come pendolare sono limitate a:
  1. macchina
  2. autobus-treno-autobus
  3. autobus-treno-bicicletta
Combinazione uno, la più costosa ma la più veloce e in 3 ore sono in ufficio. Combinazione 2 e 3 sono economicamente lente,  5:30 di agonia di cui 5:00 passate in treno, almeno a quanto dice il sito di trenitalia.
Poi guardo meglio, arrivo del treno nella stazione intermedia ore X:10 partenza del treno  (X+1):08. Morale 58 minuti di attesa in stazione. Poi faccio mente locale:  il treno arriva due minuti dopo la partenza della "coincidenza".
Chi ha fatto gli orari dei treni deve essere un vero genio del male.