sabato 31 marzo 2012

L'alba dei morti viventi

C'e' una luce diffusa, tenue e rossastra. La porta si apre e nella penombra vedo una figura barcollante che si avvicina al letto. Un'altra figura esce dal bagno le mani protese quasi a cercare un appoggio.
Sono pietrificato e stanco e' tanto che non dormo, sempre all'erta e adesso voglio farla finita.
La luce tenue che proviene dal bagno illumina la scena. Prendo la gnoma e la metto nelle mani dei due zombie (moglie e suocera) che si aggirano mugugnando per la stanza. Mi giro e mi metto a dormire.
Ecco un'altra giornata da morti viventi sta per iniziare.

venerdì 30 marzo 2012

Tecniche di rilassamento: fare il pane

Il padremaritolavoratore e' a casa da circa 3 settimane e si e' trasformato in un tuttofare che trottola per la casa.
Ieri notte tra una poppata e l'altra nei fumi del sonno ha deciso che  e' tempo di fare qualche cosa di rilassante per il corpo e per la mente: il pane.

Dovete sapere che fare il pane e' la passione del padremaritolavoratore che si mesmerizza davanti ad i filmati di panificatori che impastano su youtube (si lo so'...ognuno ha le sue perversioni).

Cosi' appena sveglio impacchetto la Figlia e la deposito a scuola, torno e penso a cosa fare....pane di grano duro all'olio di oliva. Un versione personale del pane pugliese, un incrocio tra il pane di Altamura e  un classico pane al''olio.
Purtroppo questo tipo di pane richiede che venga fatta una Biga il giorno prima. Cosi' non mi resta che attendere la sera per preparare il primo impasto.

Ingredienti della Biga:
175 gr di farina 0 (o 2)
7 gr di lievito di birra fresco
90 ml di acqua tiepida.

Preparo l'acqua tiepida, prendo una terrina ci metto la farina e ci sbriciolo il lievito. Se il lievito e' fresco e buono si riduce velocemente in sabbietta. Senza perdere tempo (che se no il lievito muore) ci verso l'acqua e impasto.
Se siete dotati di impastatrice meglio per voi si fa meno fatica ma non si scarica lo stress. Se invece volete rilassarvi un po' su le maniche e datevi da fare.
La Biga e' un impasto molto duro quindi  devo preoccuparmi di lavoratelo sino a che la pasta non diventa fine e poi
di dargli una forma rotonda.
Spennello d'olio una terrina (poco olio, serve solo per non fare attaccare la biga al recipiente) ci metto la Biga appena fatta e copro. Va bene sia una canovaccia di cotone che la carta trasparente da cucina.
Se ci state provando anche voi adesso e' l'ora di andare a dormire come ho fatto io che mi aspetta un'altra nottata.

Giorno due. Appena sveglio impacchetto la Figlia e la deposito a scuola e corro a casa: la pasta mi aspetta.
Stavolta si fa sul serio, ora si che scarichiamo lo stress di 3 settimane di fatica.

Ingredienti:
la Biga del giorno prima
200 gr di farina 0 (o 2)
250 gr di semola di grano duro
275 ml di acqua tiepida
75 ml di olio extravergine di oliva
15 gr di lievito di birra fresco
1 cucchiaino da caffe' di zucchero
2 cucchiaini da caffe' di sale

Prendo una terrina e miscelo assieme  le farine, poi le divido un due parti uguali (quindi mi servono due terrine).
Prendo una terrina grande e ci verso l'acqua tiepida, l'olio, lo zucchero e la Biga (quindi mi servono 3 terrine in tutto). Inizio a mescolare con una spatola. Sbriciolo il lievito in una delle due terrine di farina e poi verso il tutto velocemente nel....paciugo di acqua e biga.
Continuo a mescolare e piano piano aggiungo la farina rimanente (quella della seconda terrina), ma non tutta, ne lascio un po' per impastare, diciamo una meta' (quindi 1/4 della farina totale).
Quando la farina si e' assorbita ho davanti un impasto molle e bagnato. Lo tolgo dalla terrina aiutandomi con una spatola e comincio ad impastare sulla spianatoia. Uso la farina che ho tenuto da parte per  spolverare mani e piano di lavoro. Impasto e ogni volta che la pasta comincia ad attaccarsi aggiungo un po' di farina. Vado avanti per un 15/20 minuti facendo attenzione a dare forza all'impasto incorporando aria.
Quando tutta la farina e' finita e la pasta e' fine la piego in tre sigillando i bordi e poi ancora in due nell'altro senso (come se piegassi un asciugamano per metterlo nel cassetto) e poi gli do una forma rotonda.
La faccio lievitare per circa 2 ore o sino a che non raddoppi ben coperta.

Intanto mi tocca sterilizzare i biberon e preparare la giunta di latte.

Dopo due ore con molta attenzione a non maneggiarla troppo, rivolto l'impasto lievitato sulla spianatoia leggermente infarinata e gli do la forma che desidero facendo attenzione a dare forza all'impasto.
Oggi faccio una pagnotta tonda.
La metto su una teglia, la copro con una canovaccia di cotone e aspetto un paio d'ore (anche meno) che lieviti.
Nel frattempo scaldo il forno a 200 gradi.
Quando e' bel lievitata prendo una lametta e la incido per farla crescere meglio in forno. Stavolta le incisioni le faccio a grata ma va bene qualunque forma. Molti dicono di usare un coltello o altri strumenti....non funzionano, si finisce con rovinare la pasta, l'unica e' la lametta (e cosi' ho anche capito perche' nel 2012 si vendono ancora le lamette che mio nonno usava nel 1950).

Metto in forno il pane e un pentolino con acqua calda per umidificare il forno.
Lo faccio cuocere 20 minuti a 200 e cresce cresce e si apre...bello. Poi abbasso il forno a 180 e proseguo a cuaocere per altri 30 minuti.
I tempi di cottura e lievitazione non sono fissi dipendono ovviamente dal  forno, dalla temperatura e umidita' dell'aria, dalla stagione. All'inizio facevo un po' fatica adesso riesco a capire la pasta e quindi mi regolo di conseguenza.


Ed ecco il risultato.

Adesso sono piu' rilassato e felice e torno al mio lavoro di tuttofare.

giovedì 29 marzo 2012

Primo mese

Cominciamo a stare stretti in questa casa. Siamo diventati una famiglia sovrappeso composta da Moglie, figlia, gnoma, e suocera. Ovviamente ci sono anche io che da maritopadrelavoratore sono stato promosso a tuttofare. Dove non arrivano le 4 (sigh) donne di casa arrivo io. 
La mattina comincia alle 7, il che non sarebbe strano se non fosse che la notte l'abbiamo passata a coccolare la gnoma. Alle 23 riesco a posare la testa sul cuscino, il che non vuol dire che dorma. Fare il maritopadrelavoratore con gnoma di 31 giorni e' un lavoro a tempo pieno, ma pieno pieno con reperibilita' 24/24. 
Ok passera' ci sono passati tutti e io pure, ma la distanza tra figlia e gnoma e' atlantica e memoria e' vicina quindi non ci ricordavamo: pannolini, insonnia, tette di fuori ovunque e a qualunque ora (manco girassimo un porno), spalle delle maglie perennemente sbavate, lavatrici a ciclo continuo, pipi' che schizza dal fasciatoio (quando non e' cacca).
Passera'....passera'.

lunedì 26 marzo 2012

La nuova arrivata

Tutto e' successo cosi' un po' per caso ma neanche troppo e dopo 9 mesi eccola qui la nuova arrivata. Figlia numero due rossa e affamata.

domenica 25 marzo 2012

Come back

Sono stati mesi difficili e mi sono scordato di te.
Mi ero ripromesso di dedicarti un po' di tempo ogni settimana e non l'ho fatto.
Ok si ricomincia.
E stavolta speriamo bene...

Hacker Culinario

Il pranzo del maritopadrelavoratorefuorisede si svolge a mensa, tra file di ricercatori affamati, corse  ad accaparrarsi l'ultimo piatto di bresaola, ed estenuanti contrattazioni con la cassiera.
E' si perche' il buono mensa (che non e' un ticket ma un buono) vale un pranzo completo: primo, secondo, contorno,  pane, acqua o frutta.
Cio' che e' extra si paga in moneta. E quindi arrivati alla cassa ognuno cerca di convincere la signora che le portate del proprio vassoio corrispondo ad un pranzo. E, inflessibile, la cassiera elargisce scontrini da 10, 20, 50 centesimi.
Poi un giorno la luce.

"Tu prendi il suo primo, io la frutta, il contorno se lo dividono loro due, e tutti diamo a lui l'acqua. Ok qui tutto torna."

La cassiera e' sconvolta, guarda i vassoi cosi' ridistribuiti e non crede ai suoi occhi. Lasciamo i nostri buoni pasto prima che si riprenda del tutto. Al tavolo i vassoi si ricostruiscono e ognuno si riappropria delle legittime portate.
Ci sediamo ringraziando  la mente ideatrice  del teorema matematico dello scambio piatto,  moderno Robin Hood aziendale, hacker culinario del sistema mensa.